Secondo il consenso generale, la supplementazione con Beta-Alanina è considerata efficace solo durante sforzi intensi che durano dai 60 ai 240 secondi. E, ovviamente, i set degli atleti di forza non durano così a lungo. Tuttavia, uno studio svolto su esseri umani e pubblicato da ricercatori spagnoli, affiliati con l’Università Alfonso X El Sabio, mostra che gli atleti di forza che si allenano a circuito possono trarre beneficio dall’integrazione con Beta-Alanina. (1)
I ricercatori che hanno svolto lo studio in questione, hanno diviso in 2 gruppi 30 soggetti di sesso maschile (sani) di età compresa tra 18 e 15 anni, tutti con esperienza nell’allenamento per la forza. I soggetti di entrambi i gruppi sono stati sottoposti ad allenamento con i pesi 3 volte a settimana per 5 settimane.
Le sedute allenanti consistevano in un allenamento a circuito per la parte inferiore del corpo, il quale era composto di 3 esercizi: Back Squat, Barbell-Step-Ups e Affondi. I soggetti dello studio si sono allenati con un carico pari al 50-60% del 1RM. Tutti hanno svolto un numero fisso di ripetizioni.
Durante lo studio gli allenamenti a circuito diventavano sempre più impegnativi. La durata delle serie è stata ridotta da 40 a 20 secondi, il numero delle serie per esercizio è stata aumentata da 3 a 5 e il periodo di riposo tra i set è stato diminuito da 120 a 60 secondi.
La metà dei soggetti presi in esame ha assunto un placebo, l’altra metà ha assunto 6.4g di Beta-Alanina al giorno. Questi ultimi assumevano ogni giorno 8 dosi da 800mg di Beta-Alanina, a intervalli di 90 minuti, distribuiti per tutta la giornata. Questo metodo di assunzione ha impedito ai soggetti di sperimentare la sensazione di “bruciore” sulla pelle [parestesia] riscontrato con la supplementazione di Beta-Alanina (specie a dosaggi importanti).
Il peso con cui i partecipanti erano in grado di eseguire una sola ripetizione [1RM] è aumentato in entrambi i gruppi, ma questo aumento è stato significativamente maggiore nei soggetti che avevano assunto la Beta-Alanina.
Allo stesso tempo, la velocità [in realtà: la potenza] con cui i soggetti potevano eseguire la ripetizione massimale ha subito aumenti maggiori nel gruppo Beta-Alanina rispetto al gruppo placebo.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
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