Nonostante due recenti meta-analisi abbiano indicato che l’uso di dolcificanti a basso contenuto calorico (LCS) è associato ad un BMI (Indice di Massa Corporea) inferiore ed a una perdita di peso sostenuta (1) (2), alcuni ricercatori continuano a sostenere che i LCS possono influire negativamente sugli sforzi volti alla perdita o al controllo del peso.
In risposta a ciò, è stato recentemente pubblicato uno studio di Higgins e colleghi nel quale sono stati valutati gli effetti di tre dosi giornaliere di Aspartame (0, 350 e 1050mg/giorno) sulla risposta glicemica, sull’appetito, sulla massa e composizione corporea.(3)
Nello studio a tre bracci paralleli della durata di 12 settimane, sono stati presi in esame 100 adulti sani (18-60 anni) ai quali sono stati assegnati in modo casuale uno dei dosaggi sopra riportati. Come riferimento, 350mg di aspartame equivalgono a circa due lattine da 330ml di Diet Coke.
Risultati chiave:
– Sulla base di precedenti studi di minore entità, l’esito principale di questo studio è stato il fatto che consumare l’equivalente di due o sei lattine di Diet Coke al giorno per 12 settimane non ha avuto effetti sui livelli di glucosio e insulina in risposta al test di tolleranza al glucosio (vedi immagine seguente).

– Non ci sono state differenze sulla massa e composizione corporea attraverso i tre bracci dello studio (0, 350mg e 1050 mg/die).
– I livelli di fame, pienezza e sete non sono stati influenzati dal consumo di aspartame.
– Anche i livelli di HbA1c (emoglobina glicata; una forma di emoglobina usata principalmente per identificare la concentrazione plasmatica media del glucosio per un lungo periodo di tempo), il colesterolo totale, l’HDL, l’LDL e la funzionalità epatica (ALT e AST) non erano diversi tra gli studi.
In definitiva, consumare qualche bevanda dietetica ogni tanto non si riflette negativamente sulla salute generale e sulla composizione corporea.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26365102
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24944060
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29659969
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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