Come ormai risaputo, gli AAS stimolano l’eritropoiesi (produzione di globuli rossi). Un potenziale effetto negativo consequenziale all’aumento della eritropoiesi è la policitemia, o sia una sovrapproduzione di globuli rossi. La policitemia può essere riflessa nel livello dell’ematocrito o nella percentuale del volume sanguineo costituito da globuli rossi. All’aumentare dell’ematocrito corrisponde un aumento della viscosità del sangue. Se il sangue diventa troppo denso, la sua capacità di circolazione viene compromessa. Questo può aumentare notevolmente il rischio di gravi eventi trombotici tra cui embolia e ictus. Un alto livello di ematocrito rappresenta anche un fattore di rischio indipendente per le malattie cardiache. (1) Il livello normale di ematocrito negli uomini va dal 40,7 al 50,3% e nelle donne dal 36,1 al 44,3% (le cifre possono variare leggermente a seconda della fonte). Per ragioni di scala, mentre un ematocrito del 50% può essere considerato normale, un ematocrito del 60% o superiore è considerato critico (pericoloso per la vita).
La somministrazione di AAS tende a provocare un aumento del livello dell’ematocrito di diversi punti percentuali, variabili a seconda del soggetto e dei composti utilizzati (non ché della loro dose). Di conseguenza, molti Bodybuilder che usano AAS presenteranno livelli di ematocrito superiori al normale. Ad esempio, in uno studio è stata misurata la media dell’ematocrito in un gruppo di culturisti competitivi utilizzatori di AAS, e tale media è risultata essere del 55,7%.(2) Questo livello è considerato clinicamente alto e aumenterebbe la viscosità del sangue quanto basta per elevare il rischio che si verifichino gravi eventi cardiovascolari. Anche se non è probabile che si tratti di una causa isolata, si ritiene che un livello elevato di ematocrito abbia rappresentato un fattore contributivo alla morte di un numero di abusatori di AAS, solitamente associato a pressione alta, iperomocisteinemia e / o aterosclerosi. Il livello medio di ematocrito nei Bodybuilder che non utilizzano AAS (in riferimento allo studio prima citato) è risultato essere del 45,6%, ben all’interno del range normale per uomini adulti sani.
Molti medici specializzati nella Terapia Ormonale Sostitutiva considerano un livello di ematocrito del 55% un punto di riferimento assoluto. Al di sopra di questo punto la terapia con AAS non può essere proseguita in modo sicuro. In tal caso l’assunzione di tali farmaci verrebbe sospesa fino a quando i livelli dell’ematocrito non siano stati corretti. Aumenti minori dell’ematocrito possono essere risolti con flebotomia (salasso terapeutico). Per tale scopo, 1 litro di sangue può essere rimosso periodicamente durante l’assunzione di AAS, spesso ogni due mesi. Anche l’idratazione corretta è importante, poiché la disidratazione può temporaneamente causare l’innalzamento del livello dell’ematocrito, dando un falso positivo per la policitemia. L’assunzione giornaliera di Cardioaspirina è anche comunemente consigliata se l’ematocrito è superiore alla norma, in quanto ciò ridurrà l’aggregazione piastrinica la tendenza alla formazione di coaguli. Gli utilizzatori sono avvisati del potenziale rischio cardiovascolare dovuto ad alti livelli di ematocrito associati all’uso/abuso di AAS.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
- ANABOLICS 11th Edition [William Llewellyn]
- Hematocrit and the risk of cardiovascular disease–the Framingham study: a 34-year follow-up. Gagnon DR, Zhang TJ, Brand FN, Kannel WB. Am Heart J. 1994 Mar;127(3):674-82.
- Homocysteine induced cardiovascular events: a consequence of long term anabolic-androgenic steroid (AAS) abuse. M R Graham, F M Grace et al. Br. J Sports Med. 2006;40:544-48.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
Quindi il nostro atteggiamento nei confronti di chi e’ impegnato nello scientismo speculativo, e’ essenzialmente di critica e avversione. Il Nostro tradizionale antagonismo fa sì che non subiamo la contaminazione del marketing e, ogniqualvolta si scatena un dibattito su questioni biotecnoiogiche, non manchiamo di porci al di sopra delle parti discutendo dei problemi ai massimi livelli.
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