Gli atleti di forza che usano AAS hanno un incidenza di rotture tendinee nove volte superiore rispetto agli atleti “natural” , come riportato dai ricercatori del McLean Hospital di Boston nell’American Journal of Sports Medicine. (1) È interessante notare che, secondo lo studio, la maggior parte delle rotture non avvengono in palestra ma all’esterno.
I ricercatori hanno ottenuto le informazioni analizzando un un gruppo di 142 Bodybuilder (88 utilizzatori e 54 natural, che si erano allenati per una media di 20 anni) sulla frequenza della rottura dei tendini. I partecipanti erano di età compresa tra 35 e 55 anni.
Degli utilizzatori di AAS intorno ai cinquantenni d’età, il 60% non aveva mai subito uno strappo tendineo. Tra i Bodybuilder natural la cifra era del 94%.
La possibilità di una rottura tendinea è 9 volte superiore tra i Bodybuilder supplementati farmacologicamente rispetto ai Bodybuilder natural.

Per gli utilizzatori di AAS che si rifiutano di rinunciare alla loro supplementazione, lo studio rivela un paio di cose interessanti.Per cominciare, sono soprattutto i tendini della parte superiore del corpo che subiscono strappi negli utilizzatori di AAS. I tendini rotti nella parte superiore del corpo non sono stati trovati negli atleti natural.
In secondo luogo, l’80% delle lesioni si è verificata mentre i soggetti stavano svolgendo altra attività sportiva o mentre erano al lavoro. Quindi la maggior parte dei soggetti che hanno sperimentato la rottura del tendine fortunati non si stavano allenando in palestra quando ciò è accaduto.
La dose di AAS utilizzata dagli atleti presi in esame variava. Lo studio era troppo piccolo per poter rilevare una relazione tra i dosaggi utilizzati e il rischio di lesioni ai tendini.
Questo è considerabile come il primo studio quantitativo, di mia conoscenza, nel quale vengono esaminate frequenza e caratteristiche della rottura del tendine in una grande coorte di utilizzatori di AAS rispetto ad un gruppo di Bodybuilder maschi esperti che non hanno riportato alcun uso di steroidi androgeni anabolizzanti.
I risultati dello studio forniscono prove convincenti che il rischio di rottura del tendine è notevolmente più elevato tra gli utilizzatori di AAS rispetto agli atleti che non hanno usato questi farmaci.
In particolare sembra che gli utilizzatori di AAS riportino spesso una storia di rottura del tendine nella parte superiore del corpo, cosa che i ricercatori sembrano non aver trovato nei 54 atleti natural presi in esame.
Secondo i ricercatori questi risultati suggeriscono che se un soggetto muscoloso presenta una rottura tendinea, specialmente se di un tendine della parte superiore del corpo, il clinico dovrebbe fortemente sospettare l’uso di AAS come fattore contributivo.
I ricercatori concludono dicendo che data l’elevata prevalenza dell’uso e della dipendenza degli AAS negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali, sembra che la rottura del tendine associata all’uso di steroidi rappresenta un problema di salute pubblica significativo, generando costi sostanziali in cure mediche, perdita di produttività e riduzione della qualità della vita.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
- http://dx.doi.org/10.1177/0363546515602010
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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