Il supplemento dimagrante più efficace e legale in Italia è la caffeina. Assumendone 600 mg al giorno si aumenta il dispendio energetico di 110 kcal in più. (1) Ma purtroppo la caffeina non è tollerata da tutti. Esiste uno studio dalla fine degli anni novanta, che dimostra che è possibile aumentare il dispendio calorico con solo una piccola quantità di caffeina combinata con il tè verde. (2)
Lo studio qui trattato è stato pubblicato nel 1999 sul American Journal of Clinical Nutrition ed è stato scritto da ricercatori presso l’Università di Friburgo. È stato parzialmente finanziato dalla Arkopharma Laboratories, il produttore dell’estratto di tè verde Exolise.
Al momento dello svolgimento dello studio gli integratori dimagranti contenenti caffeina ed efedra erano ancora legali. Essi erano noti per essere efficaci ma anche per i possibili effetti collaterali. Gli integratori di tè verde non presentano generalmente effetti collaterali. Ma i ricercatori hanno voluto verificare se il tè verde fosse un ingrediente adatto per gli integratori dimagranti.
I ricercatori pensarono che un integratore dimagrante basato sul tè verde funzionasse solo se abbinato ad una piccola quantità di caffeina. Considerarono una “piccola quantità” 50 mg di caffeina, all’incirca l’importo contenuto in una tazza di caffè.
I ricercatori hanno reclutato per l’esperimento 10 maschi sani di vent’anni in una camera di respirazione per 24 ore in modo che potessero misurare esattamente il dispendio energetico dei soggetti.
In una occasione i soggetti hanno ricevuto un falso supplemento senza ingredienti attivi [Placebo]; In un’altra occasione ai soggetti sono stati somministrati 50mg di caffeina a colazione, a pranzo e a cena; In un’altra occasione ai soggetti è stata somministrata nuovamente una dose di 50 mg di caffeina ma questa volta abbinata con mezzo grammo di estratto di tè verde pure: per un totale di 150 mg di caffeina e 1,5 g di estratto di tè verde al giorno.
L’estratto di tè verde utilizzato dai ricercatori aveva un contenuto di catechine pari al 25%, di cui il 72% per cento consisteva in EGCG. Questa è una percentuale elevata: nella maggior parte degli estratti di tè verde il contenuto di catechine è composto da circa la metà da EGCG. Secondo gli scienziati, l’EGCG è il flavonoide più potente nel tè verde.
La tabella seguente mostra che la caffeina ha aumentato la spesa energetica [EE] di sole 15 kcal al giorno. La combinazione di caffeina con il tè verde ha funzionato meglio, aumentando la spesa energetica totale di 79 kcal.
Ora la “spesa energetica più elevata” non significa necessariamente “un consumo più elevato dei grassi”, quindi, per tale ragione, i ricercatori hanno anche misurato la quantità di proteine, carboidrati e grassi “bruciati” dai soggetti dello studio.
I ricercatori hanno concluso che, la somministrazione orale dell’estratto di tè verde ha stimolato la termogenesi e l’ossidazione del grasso e quindi ha il potenziale per influenzare il peso corporeo e la composizione corporea attraverso cambiamenti sia nella spesa energetica che nell’uso del substrato.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
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