Quando la temperatura ambientale è elevata, gli atleti di resistenza perdono più del 3-4% del loro peso corporeo in liquidi, e di conseguenza la loro performance diminuisce. Ciò che può aiutare ad evitare ciò è l’iperidratazione: aumentare il livello di idratazione in anticipo. I nutrizionisti della University of Glasgow hanno studiato l’effetto dell’iperidratazione utilizzando un cocktail di Creatina e Glicerolo. (1)
Iperidratazione
Assicurare l’iperidratazione è un po ‘più complesso che assicurarsi solo di bere molta acqua. Ciò non funziona: con questo approccio semplicistico il liquido extra lascia il corpo molto velocemente attraverso l’urina.
Quello che serve è l’aggiunta di una sostanza alla semplice acqua che aiuti il corpo a mantenere i liquidi extra per più tempo. Una strategia sperimentata è quella di aggiungere Creatina e Glucosio. (2) Se si consumano 10 g di Creatina due volte al giorno per una settimana, la quantità di acqua corporea aumenta di 400-800 g. Ciò funziona meglio se viene consumata la Creatina insieme ai carboidrati; in questo modo il corpo assorbe una volta e mezza più creatina.
Un’altra strategia è quella di bere acqua contenente Glicerolo.(3) Quattro ore prima di iniziare l’allenamento si consumano 1-1,5 g di Glicerolo per kg di peso corporeo mescolati in 1,5 – 2 litri d’acqua. Anche ciò comporta un aumento di 400-800 g delle riserve di liquidi.
Studio
Nel 2007 gli scienziati dello sport hanno scoperto che è possibile combinare le due strategie. (4) Questo è anche l’approccio adottato dai ricercatori di Glasgow. Essi hanno somministrato a 15 corridori di lunga distanza di sesso maschile 10 g di Creatina e 1 g di Glicerolo per kg di peso corporeo insieme a 75 g di un polimero del glucosio, due volte al giorno per una settimana.
Ciò ha portato ad un aumento del peso degli atleti [BM] di 0,85 kg. La maggior parte di questo aumento di peso consisteva di acqua [TBW].

Dopo una settimana, i soggetti di prova sono stati fatti pedalare per mezz’ora a 10 gradi Celsius al 60% del loro VO2max. Successivamente hanno dovuto pedalare un’altra mezz’ora alla stessa intensità, ma la temperatura era di 35 gradi Celsius. L’umidità dell’aria è stata mantenuta a un costante 70%.
Risultati
Durante la seduta a 10 gradi l’iperidratazione [cerchi bianchi] non ha avuto alcun effetto. Durante la seduta a 35 gradi l’iperidratazione ha determinato una frequenza cardiaca più bassa (HR), una temperatura corporea inferiore [Tcore] e un minore affaticamento [RPE].
I ricercatori non hanno rilevato alcun effetto sul massima assorbimento di ossigeno o sulla combustione dei nutrienti. Questo può essere dovuto al fatto che l’intensità e la durata dello sforzo erano modesti.

Anche se si potrebbe pensare dai risultati che l’iperidratazione può aiutare gli atleti di resistenza a mantenere una performance ottimale anche con temperature estive, i ricercatori non giungono a questa conclusione. Alcuni studi mostrano che vi è una correlazione positiva tra la quantità di liquidi che gli atleti di resistenza perdono durante le gare e le loro prestazioni. Una teoria è che la perdita di peso rende il movimento meno faticoso e quindi aumenta le prestazioni. (5) Se questa teoria è valida, quale uso può avere l’iperidratazione negli atleti di resistenza? Nessuna.
I ricercatori sostengono che sono necessari studi follow-up.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
1- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22176668
2- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15467102
3- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11993618
4- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17460334
5- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14971432
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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