
Gli AAS (in base oleosa e acquosa) possono essere iniettati sottocute, anche se la loro somministrazione principalmente consigliata è tramite iniezione intramuscolare. Le iniezioni di AAS che utilizzano il tessuto adiposo sottocutaneo come luogo di deposito del farmaco modificano soltanto il tasso di rilascio dello steroide dal sito di iniezione, anche se non è stata dimostrata molta differenza dalle iniezioni intramuscolari. Gli individui che …vogliono assumere un AAS tramite iniezione sottocutanea dovrebbero fare attenzione al quantitativo della soluzione, poiché il tessuto sottocutaneo non può contenere un volume di olio iniettato troppo alto senza creare problemi, arrivando a “tollerare” quantitativi decisamente inferiori rispetto alle iniezioni intramuscolari. Per quanto riguarda le affermazioni circa gli ascessi dovuti a tele metodica di iniezione, c’è da specificare che essi si verificano solo se il sito di iniezione è infetto o se il composto è contaminato.
Come risaputo, quando si parla di iniezioni sottocutanee si sta parlando di un metodo di iniezione che prevede la somministrazione di una soluzione (principalmente) a base acquosa nel tessuto adiposo appena sotto la pelle. Anche le soluzioni a base oleosa possono essere iniettate sottocute, ma non è normalmente raccomandato. Le iniezioni sottocutanee sono utilizzate soprattutto per la somministrazione di Insulina, GH (Ormone della Crescita), HCG (Gonadotropina Corionica Umana) e altri peptidi. Le iniezioni sottocutanee sono utilizzate principalmente per iniettare sostanze a base acquosa e composti che richiedono quantità della soluzione molto piccole (1mL o CC o meno), in quanto i siti di iniezione sottocutanei non possono contenere una quantità elevate di soluzione senza problemi. Gli AAS in base acquosa e oleosa possono quindi essere iniettati sottocute, ma prestando attenzione al volume dell’iniezione, iniettando un quantitativo molto inferiore rispetto alle iniezioni intramuscolari. Gli studi hanno mostrato livelli plasmatici stabili in seguito a somministrazione sottocutanea di AAS con efficienza tale ad una somministrazione intramuscolare. (1) (2)
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
1- Subcutaneous administration of testosterone. A pilot study report. Al-Futaisi AM, Al-Zakwani IS, Almahrezi AM, Morris D. Saudi Med J 2006;27(12):1843-6.
2- STABLE TESTOSTERONE LEVELS ACHIEVED WITH SUBCUTANEOUS TESTOSTERONE INJECTIONS. M.B. Greenspan, C.M. Chang. Division of Urology, Department of Surgery, McMaster University, Hamilton, ON, Canada.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
Quindi il nostro atteggiamento nei confronti di chi e’ impegnato nello scientismo speculativo, e’ essenzialmente di critica e avversione. Il Nostro tradizionale antagonismo fa sì che non subiamo la contaminazione del marketing e, ogniqualvolta si scatena un dibattito su questioni biotecnoiogiche, non manchiamo di porci al di sopra delle parti discutendo dei problemi ai massimi livelli.
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CEO Amedeo Gabriel Bellizzi [Biochimico, esperto in nutrizione sportiva, coach di BodyBuilding, PEDs consulter, esperto in tecniche Anti-Aging, TRT e HRT, ricercatore e divulgatore scientifico indipendente]
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